venerdì 3 luglio 2009

Le destinazioni




Le destinazioni
di
Carmine Aceto



Un romanzo che indaga sui segreti personali, su come vengono costruiti e sulle oscure motivazioni che li generano. "Le destinazioni" è di certo un romanzo poco o niente convenzionale, strutturato secondo una sequenza multilivellare che più che intrecciare varie storie lontane nel tempo e nello spazio, le ordina per immagini, sensazioni e motivazioni. Le storie raccontate in queste pagine, da quelle generate dalla fantasia dello scrittore a quelle prese dalla cronaca storica del nostro tempo, non svelano i segreti, anzi li riconsegnano intatti e tutti da decifrare a chi vive e legge. "Le destinazioni" percorre i misteri personali e quelli collettivi con la leggera consapevolezza che ciò che è incomprensibile in una singola storia diventa un patrimonio di conoscenza indiretta per un’altra da essa generata.
Il confronto, ambientato nel 1300, tra un oscuro uomo e una donna altrettanto enigmatica, nasconde un germe, una forma embrionale di segreto che si autoriproduce nel tempo, fino a giungere nella nostra epoca contemporanea, nelle vicende narrate nella seconda parte del romanzo, di persone che hanno tutte non solo un passato, ma anche un presente fatto di doppi sensi e di doppie vite.
Nel terzo livello di narrazione si affrontano, invece, misteri e segreti generati dagli eventi di cronaca o da periodi storico-politici particolari. Prim’ancora che raccontare e rielaborare tali eventi, in queste pagine c’è una voluta guida al non fermarsi alle apparenze di ogni singola vicenda per tracciarne nel tempo i profili di sviluppo e di influenza che esse hanno anche su comportamenti minimi di chi li vive magari solo da spettatore.
Nell’intreccio narrativo volutamente ambiguo e ricco di contaminazioni, i segreti rappresentano forse una scatola perennemente chiusa e introvabile, custodita da chi non ha memoria.



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